06 dicembre 2016
06 dicembre 2016

Uno nuovo studio è stato appena realizzato per la Commissione europea. 62 frontiere terrestri e marittime sono state esaminate per identificare i principali ostacoli e gli elementi di potenziale crescita su cui i Programmi Interreg possono intervenire.

Questi fattori sono stati mappati in tutte le regioni transfrontaliere. La mappatura si è basata su 25 indicatori individuati a partire dai dati disponibili a livello dei territori NUTS3.

Se si considera la frontiera marittima e terrestre tra la Francia e l'Italia, i dati raccolti segnalano che, rispetto alle altre aree considerate, c'è una più forte percezione degli ostacoli legati all'accessibilità fisica e alle barriere amministrative.

Nella stessa area di frontiera, i settori cruciali per sviluppare la competitività, sarebbero la cultura e l'industria, mentre bisognerebbe intervenire sull'occupazione per aumentare il livello di integrazione dei mercati.

Anche lo sviluppo di aree naturali protette avrebbe, secondo lo studio, un potenziale di crescita più importante della media, nonostante la presenza di numerosi siti della rete Natura 2000 (161 nell'area di frontiera marittima, 511 in quella di frontiera terrestre tra Italia e Francia).

 

Per saperne di più:

Video di presentazione (in inglese)

Report finale (in inglese)

Data base (in inglese)