GRRinPORT

Gestione sostenibile dei rifiuti e dei reflui nei porti

Il progetto GRRinPORT: al via le prove dell’impianto pilota per la separazione granulometrica e per il trattamento dei sedimenti
29 gennaio 2019

La Sezione sperimentale per la valutazione del rischio ecologico in aree marino costiere ha messo a disposizione l’impianto pilota per la separazione granulometrica e per il trattamento dei sedimenti con tecnica di soil-washing.

L’impianto pilota ISPRA, ubicato nella sede di Livorno, è costituito dalle seguenti sezioni: vibrovaglio con maglie a 2 mm, primo idrociclone, cella di attrizione per la disgregazione degli aggregati, classificatore a spirale, secondo idrociclone. L’impianto utilizzerà un quantitativo d’acqua a ciclo chiuso necessario sia per la separazione granulometrica, sia per un primo trattamento “soil washing” del sedimento contaminato. È progettato in modo da raggiungere gli obiettivi del progetto ed essere flessibile per un eventuale utilizzo futuro su sedimenti diversi da quelli considerati. In generale, i prodotti che vengono selezionati e recuperati sono: ghiaia, sabbia, limi/argille e matrice acquosa.

I fanghi di dragaggio, che vengono chiamati comunemente sabbia, si dividono in base alla "grana", alle dimensioni del diametro delle particelle, in pietre, sabbia grossolana, sabbia fine e pelite.

Gli idrocarburi si concentrano nelle peliti assieme ai metalli che restano "incollati" in questa frazione mentre altri inquinanti si trovano spesso nelle sabbie fini e nelle acque di processo.

Le varie componenti di sedimenti separati, saranno successivamente trattate mediante diverse tecniche previste dai progetti con la collaborazione dei partner che utilizzeranno degli enzimi, batteri o funghi per far "digerire" le sostanze inquinanti, oppure applicheranno delle correnti elettriche per "muovere" i metalli pesanti nelle sabbie e concentrarli in una porzione delle stesse. 

Lo scopo di questa attività è di concentrare gli inquinanti in volumi ristretti in modo tale da portare in discarica un decimo del volume di partenza del rifiuto (perché il sedimento per la nostra normativa è considerato tale una volta prelevato dal fondale) riducendo i costi di smaltimento. Le altre frazioni depurate, potrebbero essere riutilizzate per altri scopi inseribili nell'economia circolare (riempimenti di banchine, cementi ecosostenibili, piste ciclabili, e similari). 

L’obiettivo è sensibilizzare il legislatore a voler considerare un aggiornamento delle norme in modo da permettere tali riusi e uniformare a livello europeo le leggi visto che, attualmente, in altri Paesi membri, queste operazioni sono già consentite.

I benefici conseguenti per i porti sarebbero la riduzione del volume di rifiuti da smaltire e per i comuni cittadini una risorsa economica da poter utilizzare nel pieno rispetto dell'ambiente, per le opere di comune ingegneria civile.