ItinERA

Itinerari Ecoturistici in Rete per Accrescere la competitività delle PMI e la qualità dei servizi

Il tessuto imprenditoriale e turistico della Liguria

Il tessuto imprenditoriale e turistico della Liguria
28 mayo 2018

 

La filiera dell’ospitalità ligure è composta da un tessuto di piccole imprese: il 49,6% ha meno di 5 addetti e il 26% da 6 a 10 addetti.

Savona conta la quota più elevata di piccole e piccolissime imprese (il 75% ha fino a 5 addetti e il 25% da 6 a 10 addetti), mentre, compatibilmente con le loro esigenze strutturali, le quote più basse di personale sono nei campeggi (l’83,3% ha da 1 a 5 addetti) e nelle agenzie di viaggio (il 70,6% ha fino a 5 addetti).

Il 20% circa delle imprese chiude fuori stagione, quota che arriva al 27,6% nella provincia di Imperia e al 39,1% nella provincia di La Spezia, mentre scende al di sotto della media regionale nelle province di Savona (17,8%) e Genova (9,3%).

Più nello specifico, la composizione del tessuto imprenditoriale del settore turistico in Liguria conta più di 4.400 strutture ricettive, di cui oltre l’80% ubicato sulla costa. Queste strutture ricettive contano per la maggior parte di alberghi seguiti da alloggi e strutture per brevi soggiorni. Poco più di un centinaio sono le aree per campeggio e roulotte. Alle strutture ricettive si aggiungono le seconde case che vengono date in affitto durante l’alta stagione.

Inoltre, se prendiamo in considerazione il sistema imprenditoriale nelle sue connessioni col turismo, vediamo che la Liguria conta ben 22 porti turistici nel cui ambito operano oltre 600 imprese (società di gestione dei porti, charter, commercio, ristorazione, riparazioni).

 

Caratteristiche e peculiarità del sistema turistico con particolare riferimento al settore delle crociere.

Caratteristiche generali

Negli ultimi anni il turismo ligure, anche se a velocità variabile, è cambiato.

Infatti pur se il balneare continua ad essere quantitativamente il prodotto più rilevante (il “core business” della Liguria) ad esso si è affiancata una crescente e competitiva offerta “business” e altri turismi hanno vieppiù preso importanza dando vita ad un portafoglio prodotti diversificato, integrato e tendenzialmente all season: il turismo culturale legato allo sviluppo turistico di Genova, ma non solo; il turismo escursionistico e di visita delle aree naturali di pregio e dei tipici borghi liguri; il turismo outdoor (cicloturismo, diving, golf, etc.); il turismo enogastronomico; il turismo esperienziale; etc.

I numeri ci dicono che sono proprio questi i segmenti in crescita mentre quelli legati al turismo più tradizionale, al contrario, sono in sofferenza.

È inoltre importante evidenziare che nella scelta delle vacanze i turisti stranieri prediligono, più degli italiani, sia questi nuovi turismi sia la possibilità d’integrare in modo libero e variabile la tradizionale offerta balneare con le nuove proposte di vacanza alla scoperta della Liguria e del suo stile di vita.

Caratteristiche specifiche

Nel 2016 nelle strutture ricettive, sia gli arrivi che le presenze hanno superato i 15 milioni di unità, recuperando quindi i risultati dei primi anni 2000, quando tuttavia queste disponevano di un maggior numero di posti letto.

Nel biennio 2014-2016 si ha quindi un incremento del +12,5%, equamente distribuiti fra italiani (+ 11,5%) e stranieri (+13,8%); La Spezia presenta un incremento quasi doppio rispetto alla media per gli italiani e ancora superiore per gli stranieri.

Del pari positiva l’evoluzione delle presenze, cresciute del +12%, anche in questo caso con segno positivo sia per gli italiani (+ 10,9%) che per gli stranieri (+13,8%) e con buone percentuali di crescita in tutte le province, e in particolare in quella della Spezia, che raggiunge performance analoghe a quelle descritte per gli arrivi.

Prosegue la riduzione della durata media del soggiorno, in coerenza con i trend consolidati a livello mondiale.

Molto importante la crescita più sostenuta del turismo straniero, che nel 2016 supera il 45% degli arrivi totali e il 40% delle presenze.

Positiva l’evoluzione del comparto extralberghiero, in cui aumentano sia gli arrivi che le presenze, meno brillante quella dell’alberghiero, in cui aumentano gli arrivi ma non le presenze.

Confortante anche il dato sulla destagionalizzazione, che sembra finalmente avviata, dal momento che le presenze in bassa stagione crescono più di quelle in alta.

Nell’ultimo triennio la “rosa” delle nazionalità più consistenti tra i turisti stranieri si è allargata comprendendo anche turisti cinesi e quelli spagnoli, andando a collocarsi nella “classifica” che tradizionalmente vedeva nelle prime posizioni unicamente i tedeschi, i francesi, i britannici, gli statunitensi, gli olandesi, gli svizzeri e, in anni più recenti, anche i russi.

Dati forniti da ISNART, ci dicono che le caratteristiche del turista tipo in Liguria mostra:

. prevalenza di turisti nazionali, tuttavia sempre più incalzati dagli stranieri, in crescita più sostenuta (attualmente il rapporto è 60 italiani e 40 stranieri su 100 presenze);

.  fascia prevalente di età media (31-50) e con titolo di studio medio alto;

. prevalenza di persone occupate, con una sovra rappresentazione rispetto alla media di professionisti, persone ad elevata qualificazione professionale e lavoratori autonomi.

Le spese di questi turisti per alloggio, ristorazione, beni e servizi acquistati nel corso della vacanza generano un impatto economico nella regione stimato in 5 miliardi e 658,6 milioni di euro, complessivamente in crescita del 6,4% rispetto al 2015 grazie ad un aumento di spese sostenute dai turisti che alloggiano in strutture ricettive.

Vacanze sempre più all’insegna del divertimento per i turisti che visitano la Liguria, disposti a spendere un po’ di più per alloggio, enogastronomia, spettacoli, cultura e divertimenti ma sempre più esigenti rispetto alla qualità offerta dal territorio e dalla filiera turistica. Nella scelta della località in cui soggiornare incidono maggiormente rispetto al passato la presenza di un patrimonio artistico, storico e monumentale di pregio (per l’85,1% dei turisti), la programmazione di eventi e occasioni di divertimento (per il 45,9%) e il desiderio di assaporare piatti tipici e prodotti dell’enogastronomia locale (per il 35,2%). Quanto basta per spiegare la destagionalizzazione in atto e quella auspicata.

 

Crocierismo

Nell’ultimo anno si registrano 11,8 milioni di passeggeri movimentati nei porti crocieristici italiani, un movimento in costante aumento nell’ultimo decennio e più che raddoppiato rispetto al 2005 quando si contavano poco più di 5 milioni di passeggeri.

A favorire le vendite di questo comparto è una politica di marketing orientata a soddisfare bisogni e desideri della clientela con servizi ad hoc offerti nel corso della navigazione, un’immagine di vacanza “di lusso” ma alla portata di tutti e con prezzi decisamente competitivi rispetto ad altre formule all inclusive ed una politica di pricing al ribasso per le offerte fuori stagione in destinazioni a corto raggio.

I porti liguri di Savona e Genova godono di un posizionamento privilegiato nel panorama competitivo italiano, raggiungendo come Liguria la leadership per movimentazione dei passeggeri (915mila per Genova nel 2016 e 840mila per Savona nel 2016).

Dall’indagine svolta negli scorsi mesi di maggio e giugno dell’anno scorso, ai crocieristi che hanno sostato nei porti di Genova e Savona emerge un interesse nei confronti delle due città, con escursioni che vengono realizzate nel 60%-67% dei casi in modo autonomo, senza il supporto di visite guidate. A Genova si visita soprattutto il centro storico (72% dei turisti), il Porto Antico (65%) e l’Acquario (59%), a Savona il centro storico (66% dei turisti che sbarcano a Savona), le botteghe (17%) ed i musei (13%). Completano la visita le occasioni di shopping (48% dei crocieristi di Savona, 21% di quelli di Genova), le degustazioni di prodotti tipici (28% Savona, 64% Genova) e le escursioni fuori città (17% dei crocieristi di Savona, 5% circa dei crocieristi di Genova) con mete privilegiate Portofino e Genova (per i crocieristi del porto di Savona).

Viaggiano in coppia (57% dei crocieristi di Genova, 58% di quelli di Savona), con i figli (29% dei crocieristi di Savona), con amici e familiari (31% dei crocieristi di Genova), scelgono di visitare la città spinti dalla semplice curiosità o dai consigli di amici e compagnia crocieristica. Nel corso della visita cercano informazioni su luoghi da visitare e servizi offerti sul territorio (54% Savona, 41% Genova) presso i punti informazione (34% Savona) o con Internet (22% Genova). Nel corso della visita alla città spendono soprattutto in bar e altri locali di ristorazione (il 71% dei crocieristi di Genova spendono fino a 50 euro, mentre il 61% di quelli di Savona un massimo di 20 euro), per acquistare prodotti tipici (fino a 50€ spesi dal 50% dei crocieristi di Genova e dal 60% di quelli di Savona) o accedere ai musei (fino a 50 euro spesi a Genova dal 63% dei crocieristi e fino a 20 euro a Savona dal 30% dei crocieristi).

A fine 2017 il porto di Genova si è posizionato al terzo posto (come Napoli) poiché ha avuto un movimento passeggeri che supera i 915 mila. Per le altre della Liguria, invece, Savona (poco più di 840 mila passeggeri, -7,3%) si posiziona al quinto posto, e La Spezia al settimo (500 mila, +0,2%). La Liguria quindi si è confermata, per il quarto anno consecutivo, la regione italiana più visitata dai croceristi. Secondo le previsioni, infatti, la nostra regione è arrivata a fine 2017 con un risultato attorno ai 2,3 milioni di crocieristi movimentando oltre un quinto di tutto il traffico crocieristico italiano.