Le Tombe dei Giganti in Sardegna per lo sviluppo della comunità
04 febbraio 2021
Cc: Nicola Castangia

Il progetto RACINE, finanziato con il contributo del Programma Interreg Italia Francia Marittimo 14-20, promuove una più stretta interazione tra le comunità e quei luoghi della cultura che testimoniano la storia e l'identità dei territori. La strategia del progetto è basata, da una parte, sulla diretta partecipazione della comunità nella costruzione di una visione condivisa della valorizzazione del patrimonio culturale locale e, dall'altra, su interventi infrastrutturali volti a favorire l'accessibilità e la fruibilità ai luoghi della cultura.

Prendiamo l'esempio di Santadi, un piccolo Comune situato nella Sardegna sud occidentale.

A pochi chilometri dal Comune, su un'altura granitica in località Sa Fraigada, presso la frazione di Barrancu Mannu, si trova una costruzione tipica dell'architettura funeraria nuragica, comunemente definita “Tomba dei Giganti”. In assenza di uno scavo archeologico sistematico, la datazione è puramente ipotetica, riportata dagli studiosi alle fasi avanzate della media età del Bronzo (tra il 1.400 e il 1.300 a.C. circa).

Il progetto guarda al territorio in maniera integrale e per tale motivo l'intento dell'intervento è quello di connettere il monumento di Barrancu Mannu con le tradizioni popolari e le leggende diffuse in Sardegna sulle Tombe dei Giganti. Tali monumenti si inseriscono, infatti, in un filone di tradizioni popolari che affonda le radici nelle fonti classiche, secondo cui uno dei rituali connessi al culto dei morti per gli antichi Sardi era quello dell’incubazione, consistente nel dormire presso le tombe degli antenati a fini terapeutici. Il potere salutifero di questi luoghi, così come molta superstizione in merito, anima numerose credenze popolari, come la pratica documentata in ambito pastorale di ricoverare per una intera notte gli animali malati o come le visite notturne al monumento in periodi dell’anno legati a particolari fasi del ciclo lunare e terrestre.

Il Comune di Santadi, individuato dalla Direzione generale degli enti locali e finanze della Regione Autonoma della Sardegna, partner del progetto RACINE, realizza, tra gli altri, interventi promozionali e innovativi con la realizzazione di un video e una ricostruzione 3D, che favoriranno la conoscenza del sito anche da parte di persone con disabilità impossibilitate a raggiungerlo fisicamente.

Oltre le finalità promozionali, tali strumenti multimediali saranno resi disponibili nel Museo Civico Archeologico de Santadi, intercettando l’utenza museale in un’ottica di piena valorizzazione dell’antico sito, promuovendo così una più stretta connessione con l’offerta culturale del Sistema Museale di Santadi.

Tali interventi saranno poi accompagnati dalla realizzazione di pannellistica e di segnaletica direzionale e da ulteriori interventi tesi a facilitare il raggiungimento del sito.

Foto Credits: Nicola Castangia (Cc)