SPLASH&CO IN MOSTRA A GENOVA - SPlasH&Co
SPlasH&Co
Dal 22 al 31 maggio nel Porticato di Palazzo Ducale il racconto del progetto europeo guidato da UNIGE
SPlasH&Co va in mostra: dal 22 al 31 maggio un’esposizione fotografica, allestita nel Porticato di Palazzo Ducale e liberamente visitabile, permetterà infatti di ripercorrere le tappe del lavoro fatto di campionamenti, ricerche, analisi, attività divulgative e di sensibilizzazione del progetto nato per studiare la presenza e le dinamiche delle microplastiche disperse in ambiente marino portuale. SPlasH&Co “Stop alle Plastiche in H2O ai tempi del Covid” è un progetto coordinato dall’Università di Genova (Dipartimenti DISTAV e DICCA), con European Research Institute e Università di Tolone e finanziato dal Programma Interreg Italia-Francia Marittimo 2014-2020 dell’Unione Europea.
Sfruttando e allargando le conoscenze fino a oggi acquisite grazie alle ricerche di SPlasH!, che ha analizzato per la prima volta presenza, origine e dinamiche delle microplastiche nei porti di Genova, Olbia e Tolone prendendo in esame acqua, sedimento e pesci e realizzando simulazioni numeriche, la nuova progettualità si è concentrata sul fenomeno delle microplastiche anche alla luce degli anni di pandemia e dell’uso intensivo di oggetti monouso come le mascherine.
Il progetto ha preso il via nel 2022 con l’obiettivo di identificare le fonti delle microplastiche negli ambienti portuali, individuare le vie di diffusione verso l’ambiente marino esterno, e comprendere la portata dell’impatto in termini di microplastiche che gli ambienti portuali hanno sulle aree limitrofe. Come nella precedente esperienza, la nuova progettualità ha portato avanti le attività di ricerca insistendo su qualità e innovazione, ma ha anche dato vita a una campagna divulgativa rivolta a migliaia di studenti con lezioni e attività sulla spiaggia, con l’implementazione del serious-game dedicato e con una serie di eventi pubblici sui territori coinvolti.
Nel corso delle attività svolte con circa 500 studenti delle scuole nei territori interessati dal progetto (Liguria, Sardegna e dipartimento del Var, in Francia) sono state effettuate anche pulizie delle spiagge, individuando centinaia di chili di rifiuti di ogni genere. Questo ha permesso ai partecipanti di comprendere l’urgenza di intervenire per proteggere il mare, a partire dalla riduzione delle plastiche monouso, nettamente prevalenti. La mostra pubblica allestita a Palazzo Ducale di Genova dal 22 al 31 maggio vuole raggiungere ulteriori pubblici di non addetti ai lavori, raccontando i risultati ottenuti dal progetto SPlasH&Co, la strumentazione e le tecniche di analisi e mettendo in luce i pericoli e le conseguenze di un fenomeno ormai noto alle cronache, l’inquinamento da plastica.
SPlasH&Co si è concentrato sullo stato in cui l’area Marittimo (e il mondo intero) si trova dopo la pandemia di Covid-19: i nuovi dati raccolti possono fornire elementi per comprendere meglio, sfruttando i modelli matematici, la diffusione e il comportamento delle microplastiche nell’ambiente portuale, ma anche, considerato l’enorme aumento dell’uso di oggetti monouso, l’impatto della pandemia sull’ambiente marino, con la verifica della presenza di micro- e macroplastiche derivanti da mascherine e guanti protettivi, per esempio. La capitalizzazione del precedente progetto SPlasH! ha permesso di approfondire le conoscenze già acquisite sia nelle zone interessate sia a livello internazionale, consolidandole e approfondendole con ulteriori scambi e monitoraggi congiunti.
Analisi e monitoraggi si sono concentrati su: materiale galleggiante, sedimento di fondo, acqua superficiale e pesci. Di particolare importanza in quanto quasi inedito è inoltre il monitoraggio sull’effetto del biofouling, ovvero la crescita e l’accumulo di microrganismi, alghe o piccoli animali sui detriti di plastica o sulle mascherine usa e getta usate durante la pandemia. In parallelo nei laboratori dell’Università di Genova e dell’Università di Tolone, mascherine e frammenti di microplastiche vergini sono stati immersi in acqua di mare con lo scopo di far crescere il biofilm di batteri e alghe sulla loro superficie. Successivamente, a diversi intervalli di tempo, ovvero a diversi gradi di crescita del biofilm, i frammenti e le mascherine sono stati immersi in vasche dove è stata simulata la loro dispersione in mare e sono stati studiati il loro comportamento e la dinamica lungo la colonna d’acqua. Gli esperimenti condotti in tal senso avevano lo scopo di valutare l’effetto del biofouling sulla velocità terminale di diversi tipi di detriti plastici e dunque sul loro trasporto in acqua e sulla destinazione, in balìa del moto delle onde e delle correnti. I risultati di questi studi potranno essere integrati nei modelli predittivi sul trasporto della plastica e risultare conseguentemente utili alla salvaguardia dell’ambiente marino.