ValorizzArcipelago: la costruzione di un grande progetto di comunità
15 luglio 2021

Il progetto RACINE, finanziato dal Programma Transfrontaliero Italia Francia Marittimo 2014 - 2020, promuove nuove forme di partecipazione delle comunità dell’Alto Tirreno nella valorizzazione dei luoghi della cultura locali (musei, parchi archeologici, aree monumentali).

Lo scorso 8 luglio, nel Comune di Rio, all’Isola d’Elba (Toscana) si è tenuto ValorizzArcipelago, un’iniziativa organizzata dal capofila del progetto RACINE, Anci Toscana, insieme al progetto WINTERMED – finanziato dal Programma Interreg Med, che promuove nuove strategie per la destagionalizzazione dei flussi turistici, per riflettere su nuove forme di valorizzazione del patrimonio culturale locale, declinato nelle forme architettoniche, eno-gastronomiche e identitarie. L’evento si è tenuto nel Museo Civico Archeologico del Comune di Rio, uno dei luoghi della cultura di RACINE, dove sono stati destinati una parte dei fondi del progetto per migliorare l’accessibilità e la fruibilità del museo. Inoltre, all’interno del Museo sono stati avviati i percorsi  di co-progettazione con la comunità per riflettere sulle forme di valorizzazione della relazione identitaria tra comunità e luoghi della cultura, come analizzeremo meglio all’interno di questo articolo. A chiusura dell’evento è stata poi realizzata una visita al Parco Minerario e al Museo dei Minerali di Rio Marina, che rappresentano gli altri due luoghi della cultura del progetto RACINE sull’isola.

Il Comune di Rio ha firmato una Convenzione con la Regione Toscana, partner del progetto RACINE per la realizzazione degli interventi infrastrutturali sopra descritti mentre i percorsi partecipativi sono coordinati da Anci Toscana con il supporto del raggruppamento temporaneo di imprese formato da Sociolab Società Cooperativa (che interviene nel Comune di Rio), Simurg consulenze e servizi snc (nel Comune di Sorano), Codici cooperativa sociale ONLUS e Comunità Interattive-Officina per la Partecipazione (nel Comune di Capannoli) per quanto riguarda la Toscana. Tali percorsi partecipativi sono in fase di realizzazione anche nelle altre regioni dell’area transfrontaliera marittima italo - francese. 

L’evento è stato aperto dagli interventi del sindaco di Rio Elba, Marco Corsini, dall’Assessore della Regione Toscana, Leonardo Marras e dal Direttore di Anci Toscana, Simone Gheri.

Dare valore a un territorio: il ruolo delle comunità

Gli interventi della mattinata hanno messo l'accento sulle sfide e sugli obiettivi di sviluppo locale, non solo per l’isola ma per l’intero arcipelago, evidenziando in particolare il nesso tra patrimonio materiale e immateriale, comunità che abita il territorio e turismo, inteso come risorsa per lo sviluppo economico, nella cornice di un ambiente preservato, protetto e valorizzato.

La relazione identitaria tra comunità e luoghi della cultura, al centro del progetto RACINE, è stata discussa in maniera particolarmente approfondita dalla Dott.ssa Giulia Urso, Ricercatrice in Geografia Economico-Politica al Gran Sasso Science Institute e socia fondatrice dell’Associazione Riabitare l’Italia. Il suo contributo ha messo l’accento sulle determinanti locali che contribuiscono allo sviluppo dei territori periferici. E’ stato messo in evidenza come, tra i fattori che contribuiscono a contrastare fenomeni di spopolamento e di depressione economica, le azioni di branding sembrino giocare un ruolo strategico; si tratta per esempio dell’esperienza delle Bandiere Arancioni, assegnate ai Comuni per il patrimonio storico artistico e culturale che insiste sui loro territori, ma anche la presenza di parchi naturali (come è il caso dell’Arcipelago toscano) e le produzioni enogastronomiche locali, in particolare DOP e IGP. Quest’ultime, mediante le numerose piccole e medie imprese insediate sul territorio, hanno un impatto positivo particolarmente importante per lo sviluppo perché sono in grado di valorizzare le tradizioni, l’identità e l’unicità del luogo, oltre a creare posti di lavoro e nuovi flussi commerciali.

L’intenzione del progetto, come evidenziato nel corso dell’iniziativa, è quella di guardare agli ecosistemi, ambientale e culturale, come ad un’unica risorsa da valorizzare. In tale processo è di particolare rilevanza la percezione da parte della popolazione locale delle risorse che insistono sul territorio.

Che cosa significa valorizzare una risorsa? Quali sono i meccanismi da attivare nella valorizzazione delle risorse, tangibili e intangibili, per rafforzare l’identità territoriale? Durante la mattinata è stata evidenziata l’importanza del riconoscimento da parte della comunità delle risorse locali in quanto simbolo della propria identità territoriale. E che il primo passo per valorizzarle sia quello di farne esperienza, di fruirle.

L’esperienza di un luogo, la condivisione di valori radicati, le relazioni legate ad uno specifico luogo sono i canali attraverso i quali si attribuisce valore ad uno spazio, alla sua specificità e alla sua unicità. Tale esperienza, in quanto condivisa dalla comunità, è percepita come una risorsa comune, che può essere valorizzata attraverso “azioni collettive territorializzate”. Una strategia di sviluppo locale deve dunque essere un’azione collettiva territorializzata basata sul concetto di “coscienza di luogo” e tesa ad accrescere tale coscienza attraverso un più ampio e condiviso riconoscimento da parte della comunità locale del valore del patrimonio territoriale nella produzione di ricchezza. Corollario di questo pensiero è che accrescere il valore identitario di una determinata risorsa contribuisce ad accrescerne la tutela, a promuoverne una fruizione e degli usi più sostenibili.

Valorizzare il patrimonio significa dunque ricostruire l’identità sociale delle comunità, anche attraverso la partecipazione diretta delle stesse al processo che deve partire dalla salvaguardia dei valori identitari inglobati nella risorsa stessa.

La riflessione su quanto sopra esposto trova indicazioni operative nel nesso tra turismo, patrimonio e comunità, come evidenziato proprio nell’intervento della Dott.ssa Urso e che ben riassume lo spirito dell’iniziativa: la valorizzazione del patrimonio crea coscienza collettiva del valore storico – culturale della risorsa, enfatizzandone il ruolo identitario. L’interesse che questa valorizzazione suscita nei flussi turistici gratifica la comunità locale, che la riscopre come componente della propria specificità culturale e dunque come riferimento del proprio sentimento identitario. 

Mediante i processi di co-progettazione già in fase di realizzazione nel Comune di Rio, la comunità sperimenta tali riflessioni ed identifica concrete azioni di sviluppo del territorio, in quello che viene definito un “ecosistema d’identità culturale locale”, dove territorio, patrimonio e comunità si autoalimentano.

L’esperienza dei percorsi locali e delle specificità dei luoghi, delle comunità e del patrimonio viene arricchita dalla componente transfrontaliera di RACINE, grazie alla quale le comunità delle cinque regioni del Programma (Toscana, Liguria, Sardegna, Corsica e PACA) potranno confrontarsi sui risultati di tali percorsi, mediante una metodologia condivisa ed arrivare ad elaborare in maniera congiunta delle linee strategiche per la promozione degli ecosistemi d’identità culturale locale, che confluiranno in un Piano d’Azione Transfrontaliero.

Fare esperienza del patrimonio culturale locale: il Parco Minerario

Il pomeriggio è stato un momento di speciale condivisione del progetto RACINE, con il contributo del capofila Anci Toscana e delle esperte di Sociolab che stanno implementando i percorsi di co-progettazione nel Comune di Rio, contemporaneamente al lavoro degli altri partner nei territori (per un totale di 11 percorsi partecipativi che saranno realizzati nelle 5 regioni dell’area transfrontaliera e che porteranno all’elaborazione di 11 Patti Locali per lo sviluppo di ecosistemi d’identità culturale locale).

Dopo i saluti istituzionali da parte dell’Assessora al Turismo e alla Cultura del Comune di Rio, Raffaella Franceschetti, Maria Fabbri di Sociolab ha raccontato l’esperienza dei workshop partecipativi avviati proprio all’interno del Museo Civico Archeologico, un luogo rimasto chiuso per diversi mesi e riaperto al pubblico proprio in concomitanza con il coinvolgimento della comunità.

La giornata si è conclusa con una visita partecipata al Parco Minerario e al Museo dei Minerali di Rio Marina dove è stata ripercorsa la storia del luogo e di una comunità che è stata di minatori per lungo tempo. Da evidenziare il continuum con il percorso partecipativo realizzato anche all’interno di questa giornata, in cui le esperte di Sociolab hanno proposto al pubblico una riflessione sulle funzioni da dare ai luoghi della cultura, raccogliendo proposte e suggerimenti che andranno ad arricchire le idee che arrivano ed arriveranno dai percorsi partecipativi.