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LIFE ANCHOR, strategie di controllo del rumore portuale: le interconnessioni con TRIPLO

LIFE ANCHOR, strategie di controllo del rumore portuale: le interconnessioni con TRIPLO
21 gennaio 2021

In un’ottica di capitalizzazione (un evento è in programma il prossimo 18 febbraio) quali sono i punti di contatto e interconnessione con TRIPLO? Inserito nel programma Life+2017 - Area Environmental Governance and Information e avviato nel 2017 con la durata di tre anni, ANCHOR annovera tra i partner CIRIAF - Università di Perugia, ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), lo spin-off Ingenia e i porti di Livorno (analizzato anche per TRIPLO), Mellilla (Spagna) e Patrasso (Grecia). L’inquinamento acustico è un problema comune a tutta l’Unione Europea. L’Agenzia europea dell'ambiente (EEA) è un organismo della Unione Europea che si dedica alla fondazione di una rete di monitoraggio per controllare le condizioni ambientali. Si stima che il 65 per cento dei cittadini delle città più grandi rimane esposto ad alti livelli di rumore, con almeno il 20 per cento di rumore notturno. Tutto questo ha conseguenze sulla salute, come problemi cardiovascolari, disturbi dell’apprendimento nei bambini, oltre a costi sociali come cure mediche, deprezzamento delle abitazioni e perdite di ore di lavoro a causa di stress o insonnia. Ecco allora che i porti, di fondamentale importanza per l’economia di tante città, sono anche fonti di inquinamento acustico. In base ai dati raccolti in 91 porti, l’Agenzia europea dell’ambiente qualifica l’inquinamento acustico come la terza priorità ambientale, dopo la qualità dell’aria e il consumo di energia.

Mentre TRIPLO nella sua analisi si concentra sull’inquinamento acustico nei retroporti e nelle vie di collegamento esterne, LIFE ANCHOR fa riferimento alle aree interne ai porti. «A Patrasso abbiamo installato un sistema di monitoraggio del rumore, mentre per Livorno portiamo avanti una sorta di networking di analisi con altri porti. A Melilla stiamo curando una mappatura acustica secondo gli ultimi aggiornamenti normativi europei», spiega Ing. Giuseppe Marsico, referente di ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, capofila del progetto. Per il porto di Livorno c’è un elemento in più rispetto ai consueti strumenti analitici. «Era previsto un programma di incentivi per le società che lavorano nell’area portuale. Erano già state individuate le migliori tecniche disponibili per diminuire il rumore. Ma la pandemia ha fatto sì che non fossero più convenienti gli interventi; in ogni caso la UE impedisce nuove spese a carico delle imprese anche se finanziate. Possiamo però, sempre a Livorno, definire eventuali scenari di applicazione delle misure, con una guida di progetto. Stiamo inoltre organizzando un’indagine socioeconomica, per capire come le attività di progetto possono impattare sui porti oggetto di indagine, con interviste a testimoni portatori di interessi di comunità».
«Il grosso risultato ottenuto, al netto dello stop, è avere tirato una linea guida su come svolgere il lavoro di mappatura. L’obiettivo finale del progetto è del resto la sua trasferibilità, con le tecnologie e le nuove normative europee, ovvero un aggiornamento dei lavori LIFE sui rumori portuali, da trasferire, appunto, ad amministrazioni e autorità portuali», conclude Marsico.